Eccellenza.
SULMONA. Siamo giunti alla terza (ed ultima?) puntata della telenovela Scaccia-San Nicola Sulmona. Dopo aver rilevato il Sulmona, lasciatolo una prima volta e nuovamente tornato in sella, ieri il gruppo guidato dalla presidente Elvira Faenza e dall’avvocato Alfredo Scaccia ha definitivamente (si spera!) lasciato il San Nicola Sulmona. Sara la volta buona? Venti pagine manoscritte redatte a margine di una riunione societaria ed inviate curiosamente solo al quotidiano “Il Centro”, nelle quali si fa riferimento alle contestazioni dei tifosi, in verità piuttosto timide, che starebbero alla base del nuovo e definitivo intendimento del fantomatico gruppo di non meglio precisati imprenditori marsicani e orafi aretini.
Revocate tutte le deleghe, annullato il direttivo, da ieri pomeriggio il San Nicola Sulmona ha zero dirigenti.
Considerando il caos provocato dagli ormai ex proprietari, e si fa riferimento agli svincoli alla base della figuraccia di domenica, alle promesse sbandierate ai quattro venti degne di certi presidenti apparsi sulla scena negli ultimi quindici anni, Sulmona tira un sospiro di sollievo. Qualunque sia stata la motivazione alla base della scelta, ma è poco credibile che quattro cori seppur efficaci dei tifosi abbiano sconvolto persone “che sanno fare calcio” e “allenatori vincenti”, ora c’è bisogno di serrare le file e di ritrovare compattezza. Nei giorni scorsi era più di una voce la pista che portava al ritorno in sella della dirigenza della scorsa stagione con l’apporto di un credibile gruppo frentano. Trattativa saltata ma che ora alla luce degli ultimi avvenimenti potrebbe tornare d’attualità. Prevale tra gli sportivi la consapevolezza che si poteva evitare alla Sulmona calcistica un teatrino così poco degno. Dispiace anche per gli alberi che, parafrasando le dichiarazioni della prima ora dell’Avvocato Scaccia, hanno avuto troppo poco tempo per innamorarsi del suo San Nicola…
Luca Di Ianni
1 commento:
ottimo l'articolo del buon Luca; in tutti i modi certi personaggi pensavano di trovare a Sulmona persone con l'anello al naso che avrebbero creduto alle loro sciocchezze ed ora per giustificare la loro rinuncia usano come scusa il fatto che a sulmona non si possa fare calcio. Bisognerebbe diffondere un comunicato a livello regionale in cui spiegare che queste persone hanno capito che a sulmona si era venuto presto a sapere del loro curriculum, e che da noi non erano graditi; per fortuna hanno rinunciato e speriamo che imprenditori locali con un eventuale aiuto esterno possano fare del bene per questa squadra e per questa città
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