lunedì 17 agosto 2009

Giuseppe Tambone: lettera aperta al Sindaco di Sulmona.

LETTERA APERTA AL SINDACO DELLA CITTA’ DI SULMONA IN MERITO ALLE VICENDE SPORTIVE DEL SAN NICOLA

Egregio Signor Sindaco Federico,
varie componenti che avevano dichiarato a Lei ed alla Città la loro disponibilità nel supportare l’opera di rilancio del calcio sulmonese sono da qualche settimana al centro di polemiche, illazioni ed una sistematica opera di disinformazione.
Tale stato di cose mette seriamente a rischio la partecipazione ed il compimento di tale impegno e, preliminarmente, impone una serie di riflessioni.
Non è il caso che sottolinei la nobilità del Suo gesto nel mantenere in essere l’iscrizione della squadra al Campionato di Eccellenza, negata dalla (pur legittima) inerzia degli aventi diritto. Così come non è il caso che sottolinei la grande passione con cui Lei ha cercato alternative.
Sembra però utile ricordare i presupposti con cui si è dato avvio al progetto tecnico e sportivo per consentire che ognuno prenda maggiormente coscienza delle proprie decisioni. Queste, se mal ponderate, rischiano seriamente di mandare in rovina un progetto che voleva essere lungimirante e, perché no, ambizioso nel tempo.
Imprecise e continue notizie di stampa hanno tirato in ballo la mia partecipazione a tale progetto tecnico del San Nicola Sulmona. Dopo aver tanto sopportato, mi corre però l’obbligo di fare alcune precisazioni al fine di evitare che la mia persona diventi inconsapevole pretesto per il venire meno ad impegni presi e per creare confusione dove, invece, la chiarezza è davvero cristallina.
1. Nel corso dell’ultima decisiva riunione svolta nel Suo studio a Palazzo di Città, di fronte al un "progetto tecnico" che mi era stato chiesto di elaborare, tutte le componenti imprenditoriali aderenti alla nuova iniziativa sportiva, non solo hanno "adottato" tale ipotesi tecnica di lavoro, ma hanno affidato al sottoscritto la responsabilità di far ripartire l’attività calcistica. La decisione fu unanime e nessuna voce fu dissenziente.
Ora devo constatare che si fa finta di aver dimenticato il progetto approvato e finanche l’incarico affidatomi.
2. Se in quella sede e non nei bar qualcuno mi avesse proposto di ritenermi un "esecutore" di altrui volontà oppure avesse avanzato l’esistenza di "liste alternative" di giocatori graditi, di mediatori amici e la necessità di dover sottoporre ogni singola decisione tecnica al referendum tra i soci (procedure legittime ma alquanto complicate vista la situazione!) mi sarei certamente tenuto alla larga. Dopo dodici anni di professionismo, mi creda, non avrei accettato di mettere la mia immagine professionale e, soprattutto, la riuscita di un progetto avviato in condizioni a dir poco "critiche", alla mercè di logiche poco confacenti ad una moderna e lungimirante gestione sportiva.
3. Mi vedo costretto a sottolineare a Lei e, per il suo tramite, a tutta la tifoseria, che l’inerzia dovuta alla mancata iscrizione della squadra nei mesi precedenti, ha accumulato un ritardo terribile non solo sul piano tecnico‐atletico ma anche nella programmazione. L’handicap è pesante, sia nel reperimento dei calciatori (specie gli under) che nella organizzazione. Questa prospettiva, confidando (purtroppo in maniera sbagliata) nel contributo di tutti, ero certo che sarebbe stata migliorata. Sul piano tecnico, in appena due settimane di lavoro, e grazie alla grandissima disponibilità di uno staff tecnico ed un gruppo di calciatori che si sono messi
in discussione senza un contratto in tasca o garanzie già in banca come sempre avvenuto nel passato, oggi abbiamo una squadra quasi pronta che già dalle prime verifiche, si sta mostrando all’altezza della situazione.
Sul piano organizzativo, purtroppo devo constatare come, accanto alla squadra, sono a tutt’ora rimasti solo i magazzinieri ed il massaggiatore. Altri collaboratori, nonostante fossero stati coinvolti sin dalla prima ora, si sono tirati fuori dal partecipare a questa esperienza, con decisioni che, nonostante mi amareggino, rispetto appieno perché certamente libere e meditate. Le tralascio piccoli e grandi "contrattempi" avuti che non sono riusciti nel malcelato intento di destabilizzare e fiaccare un gruppo, deciso e determinato come non mai.
4. Sempre nella riunione decisiva, ancora una volta all’unanimità, tutti gli imprenditori presenti avevano ritenuto opportuno affidare la presidenza del sodalizio ad una personalità espressione delle istituzioni cittadine, nel quadro di una riorganizzazione in chiave collaborativa dei ruoli all’interno del nuovo direttivo.
Dal punto di vista economico, per dare una linea di serena programmazione aziendale ad un sodalizio che non dovrà correre il rischio di pagare con fallimenti estivi esposizioni gestionali evidentemente fuori dimensionate, si era pure fissato un budget previsionale di riferimento, inferiore di circa il 25‐30% rispetto a quello della scorsa stagione.
5. Le annuncio che oggi la squadra è praticamente pronta. La rosa è stata definita nella quasi sua interezzanel rispetto delle indicazioni tecniche emerse in questi giorni di intenso lavoro e dei limiti imposti dalbudget. Una rosa perfettamente rientrante negli standard qualitativi e tecnici necessari per il conseguimento degli obiettivi stagionali posti. Ventuno sono i calciatori inseriti in organico, di cui 10 "under" (4 nelle classi ’90 e ’91 e due nella classe ’92) ed 11 "senior". Quattro i calciatori provenienti dal settore giovanile, 8 residenti in Abruzzo e 9 (di cui ben 4 under) provenienti da fuori regione. Alcuni dei membri del nuovo organico hanno avuto esperienze recenti in squadre professionistiche e sono in grado di assicurare un tasso tecnico certamente superiore alla categoria.
6. Tutto ciò rischia, però, di essere vanificato. Lo staff tecnico ed i calciatori che in queste settimane hanno aderito con grande trasporto al progetto tecnico, hanno bisogno di veder formalizzati impegni e tesseramenti.
Non può bastare più la lungimiranza di un progetto e la qualità morale e professionale di chi li
ha coinvolti e convinti ad abbracciare l’improvvisato avvio. La componente tecnica ha fatto il suo dovere, ora tocca a quella societaria fare il proprio! Sono certo che la assoluta serietà degli imprenditori non mancherà di mettere a disposizione le risorse promesse, tanto in occasione delle riunioni a Palazzo di Città quanto indelibere societarie. Non c’è, però, più tempo da perdere: ulteriori giorni di inerzia vanificheranno tutto.
7. Due settimane fa c’erano le rovine di una mancata iscrizione evitata di un soffio. Oggi, grazie alla grande professionalità e dedizione morale di staff tecnico e calciatori, Sulmona ha una squadra pronta scendere in campo per difendere la tradizione morale e sportiva di una città che, sono certo, si saprà in essa riconoscere.
8. Un’ultima considerazione. L’accanimento con cui vengono tirati gratuitamente nel vortice delle polemiche non solo il sottoscritto ma anche altri importanti imprenditori che hanno dato a Lei ed alla Città la disponibilità ad elaborare un piano di rilancio sociale più che sportivo, appartiene a logiche di retroguardia che tanto sanno di stantio. Questo modo di intendere il patrimonio sportivo di una città è lontano anni luce da quei percorsi morali e gestionali che, ad appena qualche chilometro di distanza e con potenzialità esponenzialmente inferiori, hanno dato incredibili ed impronosticabili risultati. Un progetto che non sia realmente nuovo e lungimirante sia negli obiettivi che nei modi operativi, per quanto difficile, non può che prendere le mosse da logiche comportamentali e gestionali al passo con i tempi, con le esigenze economiche
e sociali di un calcio dai confini sempre più larghi con cui doversi confrontare. Su queste basi si è dato l’avvio al progetto, su basi diverse non decollerà e, comunque, ho l’impressione che rischierà seriamente di perdere molti degli autorevoli protagonisti che si sono affacciati invece a questa nuova fase di programmazione.
Ho atteso diversi giorni prima di esternarLe questi pensieri, per evitare di personalizzare una diversità di orientamenti che oggi contrasta in maniera stridente con quanto accaduto in fase di avvio programmatico e di cui Lei ed altri rappresentanti delle istituzioni cittadine siete testimoni privilegiati. Cambiare le idee è lecito e legittimo da parte di tutti, ma bisogna farlo senza lo schermo di polemiche evidentemente create ad arte.
Sono certo, Signor Sindaco, saprà cogliere da queste mie riflessioni tanto l’amarezza professionale per gli attacchi subiti che la determinazione con cui sono andato avanti per poter presentare alla costituenda società ed alla Città una squadra all’altezza della situazione. Sono certo che altrettanto sapranno fare sportivi e tifosi ovidiani, pronti, spero, a lottare con disponibilità ad aprire una nuova pagina di storia sportiva.
Giuseppe Tambone

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