lunedì 21 settembre 2015

Francesco Campanella: mi affido alla Giustizia Sportiva

Squalificato dal Giudice Sportivo per 8 mesi e mezzo a seguito dell'espulsione rimediata nella gara del 13 Settembre che i Nerostellati Pratola hanno disputato a Notaresco, il Centrale Francesco Campanella, particolermente provato, invia alla Redazione di Calcio Peligno una lettera aperta attendendo l'esito del ricorso che la societa' peligna presentera' alla corte sportiva d'appello territoriale.

SULMONA - "E’ da quando avevo 13 anni che gioco a calcio. Metà della mia vita l’ho trascorsa sui campi, dove ho imparato che prima di entrare in campo si fa il segno della croce. Non come segno scaramantico, ma come un ringraziamento per ciò che in ogni partita iniziavo a fare. Ho giocato, posso dirlo con orgoglio, in molte categorie dalla serie D alla Promozione, ma sempre con la stessa identica voglia e passione.
Una cosa l'ho capita presto, quando giocavo con i "Giovanissimi:  il vero coraggio lo hanno gli arbitri, che devono sopportare prima i calciatori, poi i loro genitori, quindi il resto del pubblico. Non lo dico per piaggeria verso questa categoria, ma ho molti amici che svolgono questo ruolo con passione identica alla mia. Tantissimi di loro sanno che calciatore sono e che comportamenti di gioco ho avuto in questi anni.
Il mio curriculum disciplinare calcistico è fatto di sole espulsioni per somma di ammonizioni. Ed il fatto che la Federazione mi abbia affidato la fascia di Capitano quando venivo convocato con le Rappresentative dovrebbe confermare la bontà della persona. Eppure, a causa di un’espulsione rimediata in una partita del campionato di Promozione, oggi mi ritrovo squalificato per 8 mesi e mezzo. Un’intera stagione sportiva, un anno considerato che il 30 maggio i campionati sono finiti. 
Non so come andrà a finire tutta questa storia. Spero che tutta la verità venga alla luce. Non sono una persona violenta e non voglio apparire tale. Non avendo modo e maniera per dimostrare che non ho aggredito nessuno, mi “consola” che ventidue calciatori in campo e tutto il pubblico sugli spalti non si sono accorti di nulla, ma so anche che davanti ai giudici sportivi non possono testimoniarlo. Ecco perché oggi mi sento in parte deluso da questo Sport che ho amato come davvero non so spiegare.
Mi sento svuotato, ho paura di perdere la passione. Ho timore che chiunque legga quella sentenza possa pensare che Francesco Campanella sia una persona violenta. Fortunatamente chi mi conosce sa che non è così.
Però sapere di non poter dimostrare una cosa che non hai fatto la trovo sconcertante. Attualmente la mia società  sta facendo ricorso: vorrei che qualcuno mi svegliasse da questo incubo. Mi affido all’appello della giustizia sportiva. Sperando mi restituisca almeno la dignità".

Francesco Campanella

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